La Falanghina “Svelato” di Terre Stregate è come una lettera che narra non solo un territorio, ma soprattutto l’anima e l’ideologia di chi la produce. Per questo l’abbinamento artistico è ricaduto sull’album “Letter from Home” di Pat Metheny.
Tra i più influenti chitarristi dello scenario jazz, Pat Metheny si è sempre distinto per le sue sonorità marcatamente morbide ed orchestrali.
Nei suoi progetti con il Pat Metheny Group, ha abituato gli ascoltatori a suoni che riportano alla cultura del Sudamerica.
Nonostante le sue origini statunitensi, Metheny ha sempre proposto musica lontana dai clichés ai quali sia i musicisti suoi contemporanei sia gli ascoltatori erano abituati. Motivo per il quale, nei primi anni della sua carriera, l’artista ha faticato ad essere apprezzato e a farsi gustare dal grande pubblico amante del jazz.
Metheny, però, è lo stesso artista che – qualche anno fa – ha proposto album capaci di vincere ben venti Grammy Awards, un risultato che dimostra che la sua passione e il suo stile possono incontrare il gusto comune. Senza – per questo – dover essere inseriti nelle categorie tradizionali del jazz.
Letter from Home, l’album che abbiamo scelto per l’abbinamento con Svelato Falanghina di Terre Stregate, è composto da dodici tracce che scorrono morbide e fluide.
Nel disco sono comunque presenti tonalità jazzistiche che gli permettono di accontentare un pubblico che – inizialmente – era lontano dalla sua musica.
Con il suo Svelato, Terre Stregate ha fatto lo stesso.
Pur mantenendo le caratteristiche di specificità di questo vitigno – che dà nettari in cui prevale la componente acida e la nota amarognola – l’azienda ha lavorato attentamente per ridurre queste due peculiarità della Falanghina e restituire un vino più morbido e rotondo.
Una musica ed un vino che si “svelano” assaporandoli con calma.