La rotondità di Botero nella Falanghina di Terre Stregate

Botero
Fernando Botero, Natura morta con mandolino (1957; olio su tela, 67 x 121 cm; Collezione privata)

Il gusto morbido della Falanghina di Terre Stregate racconta di una sensualità e di un volume che ricorda quelle dei dipinti di Fernando Botero, l’artista colombiano ricordato per le sue figure voluminose

La domanda che si fanno più spesso i profani quando si accostano all’arte di Fernando Botero è sempre la stessa: “Perché Botero dipinge sempre figure grasse“?

Con uno stile così distinguibile, il pittore colombiano – oggi 87enne – ha da sempre diviso la critica.

Ancora oggi, infatti, Botero si colloca giusto al centro fra due posizioni equidistanti e lontane fra loro. Quella di chi, tuttora, non lo considera nemmeno un artista contemporaneo – bocciando i suoi quadri come “infantili” – e quella, invece, di chi lo annovera fra le icone dell’arte moderna.

Volume o Grassezza?

Già un paio di anni fa, nel 2016, la rivista “Finestre sull’arte” cercò di dare una risposta allo storico quesito attraverso la penna di Federico Giannini e Ilaria Baratta.

Rispettivamente direttore responsabile e addetta news e progetti speciali della rivista massese, Giannini e Baratta indagarono a lungo sullo stile di Botero, partendo dal fatto che la loro città, Massa, è vicina a Pietrasanta (LU), ove Botero visse per qualche tempo.

Gli autori ci raccontano, corredando i loro studi con una bibliografia di riferimento, che – in realtà – non era nelle intenzioni dell’autore colombiano dipingere per forza “figure grasse”.

Semplicemente, nel 1956, in una delle sue opere giovanili, Botero rappresentò una natura morta con un mandolino ampiamente dilatato. Lo strumento era ritratto con il foro di risonanza molto piccolo rispetto al volume dello stesso.

Questa rappresentazione così amplificata dell’oggetto colpì Botero oltremodo, evocando in lui una sensazione di profonda sensualità. Le figure, quindi, che all’occhio poco attento potrebbero apparire semplicemente “grasse”, sono – in realtà – dei volumi.

In una recente intervista a France-Presse, agenzia di stampa transalpina, lo stesso Botero ebbe a dichiarare: “non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà, ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo sempre un volume, se dipingo un animale lo faccio in modo volumetrico, e lo stesso vale per un paesaggio. Sono interessato al volume, alla sensualità della forma. Se io dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, ho sempre quest’idea del volume, e non ho affatto un’ossessione per le donne grasse”.

Da Botero a Terre Stregate

Arcano risolto, dunque.

Di certo, però, resta che le figure di Botero sono sinuose e rotonde. Così come un assaggiatore attento non potrà nascondere che la stessa sensualità e morbidezza delle opere del pittore colombiano si ritrovino nella Falanghina “Svelato”.

Rotonda e corposa ma non grassa, la Falanghina di Terre Stregate associa il suo gusto al piacere, al calore, alla positività. Lo stesso concetto arcaico che caratterizza proprio la pittura di Botero.

Autore dell'articolo: Ritmodivino

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