Nelle terre del Sud due famiglie vincenti, Horn e Lenza

Horn
Jazzmeia Horn (Foto Bing)

Nelle terre del Sud, il Texas di Jazzmeia Horn e la Campania di Guido Lenza, due filosofie simili si incontrano. Quella di una giovane jazzista che prosegue nella tradizione dei vocalist del genere – rinnovandola con la sua vena gospel – e quella di un produttore che esordisce nel mercato del vino con una etichetta che unisce innovazione e passato

Proveniente da una famiglia orientata al Vangelo a Dallas, in Texas, dato un nome unico e una precoce attitudine al  pianoforte che suona la nonna, Jazzmeia Horn era destinata a diventare una cantante jazz. Dopo essersi trasferita a New York per seguire gli studi musicali, ha iniziato al sua ascesa vinvcendo il Concorso internazionale di musica jazz Sarah Vaughan del 2013, e poi vincendo il Concorso Jazz internazionale Thelonious Monk Institute nel 2015. Tutta questa preparazione e riconoscimenti è culminata nella sua prima uscita A Social Call.

Una voce affascinante, profonda, insita nelle radici del canto jazz, giusta prosecuzione della tradizione incarnata dalle grandi vocalist del genere. Proveniente da Dallas, e portatrice di quel naturale carico di solarità che può dare il sud, la Horn in questo disco conferma tutte le sue doti di virtuosa e nello stesso tempo di agile interprete che spazia dallo scat di Tight e I Remember You a ballad intense e vissute come la splendida The Peacocks.

In Social Call, la Horn canta standard supportata da musicisti bravi sia nei momenti mainstream (East Of The Sun), che in situazioni post bop, hard bop e di fine improvvisazione; o anche con folate funky nell’up tune di Up Above My Head. Per non parlare della sfida a perdifiato tra voce e contrabbasso in A Social Call o del collettivismo free dei fiati che intrerrompono e rilanciano lo speech politico di People Make The World Go Around.

A ruota segue il medley di Lift Every Voice and Sing/Moanin’. Qui vengono fuori la vena gospel e le enormi capacità tecniche della Horn. Soprattutto nell’attacco aggressivo e cadenzato a ritmo di scat di Moanin’. Nell’altro medley intitolato Afro Blue/Eye See You/Wade In The Water, la cantante usa la voce come uno strumento aggiunto che affianca le percussioni in un rito tribale che apre Afro Blue.

Alcune sue invettive politico/sociali ricordano gli strali di Abbey Lincoln. In lei però hanno un rivestimento meno aggressivo ma diretto, narrato con ferma dolcezza e, poi, laica religiosità in Wade In The WaterI’m Going Down chiude in meglio, tra ritmi funky e soul, un disco ricercato e di sicura bellezza.

Come Jazzmeia Horn, Guido Lenza rimane ancorato alla tradizione e alla passione per il mondo agreste della famiglia, realizzatasi nell’allevamento di cavalli da corsa (e, in passato, anche di bufali), decidendo di affiancarvi un progetto tutto nuovo – quello di un vino quanto più di eccellenza – che sia naturale e vera espressione del terroir e della sua filosofia di produzione.

Come in Lift Every Voice and Sing/Moanin’, l’aglianico di Lenza – pur esprimendo la forza del vitigno di origine (l’aggressività scat del brano) – ti avvolge con il suo calore suadente, emozionando il palato come la voce di questa giovane musicista.

IL BRANO

Autore dell'articolo: Ritmodivino

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